illustrazioni a colori, copertina cartonata
con schede di approfondimento
48 pagine
2005
Trama
Giulia, una bambina di dieci
anni che abita a Brescia, va a visitare con la scuola le incisioni rupestri
della Valle Camonica. Ad un certo punto, arrivata vicino ad una roccia, si
incuriosisce per la strana incisione, si stacca dalla classe e sale sulla
roccia . Qui, per divertimento, inizia a saltellare e recitare una filastrocca
quando, d’improvviso, scompare dal presente e si ritrova catapultata nella
Preistoria, ma sempre nello stesso luogo.
Spaventata, vede in mezzo ai boschi uno strano
bambino, vestito con le pelli e tutto spettinato; pensa ad uno scherzo o ad un
personaggio in costume, ma presto il bambino, che si chiama Alcino, le fa
capire che si trova “lontano dal suo tempo”.
Tra battute ironiche e scherzi i due arrivano al villaggio di Alcino e
vanno alla ricerca di Booz, lo sciamano, l’uomo dei sogni, l’unico che può
aiutare Giulia a tornare nel suo tempo.
Giulia così inizia a
conoscere e vivere da vicino il mondo di Alcino, con la festa del Sole, i riti
di iniziazione, le incisioni sulle rocce, la caccia, gli abiti di pelle. Alla
fine, con l’aiuto di Booz e Alcino riuscirà a tornare ai giorni nostri, non
senza la speranza di rivedere un giorno gli amici conosciuti del fantastico
viaggio.
Prefazione
Il libro “La Roccia Magica e le avventure di Alcino e Giulia” unisce vari aspetti ed elementi che lo
rendono strumento utile sia dal punto di
vista didattico che turistico per la Valle Camonica.
Il racconto è avventuroso
e accattivante, scritto in modo
semplice e spiritoso per piacere ai bambini; è ricco di illustrazioni, tra cui i simboli più noti incisi sulle rocce camune
(la capanna, il cacciatore, la rosa camuna, il cervo, le orme,i pugnali),accanto
a disegni riferiti al racconto.
Pensato e realizzato (testo
e illustrazioni) da Serenella Valentini, è patrocinato dalla Riserva Regionale
delle Incisioni Rupestri di Ceto – Cimbergo – Paspardo, dalla Provincia di
Brescia assessorato al turismo, dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dal
Consorzio Forestale Valle Allione di Paisco Loveno.
La storia è stata pensata
per avvicinare i bambini al mondo delle incisioni
rupestri e della Preistoria in
modo adatto alla loro età, con linguaggio semplice e molte immagini; infatti se
il racconto è di fantasia, i riferimenti al mondo preistorico ( la
geografia del posto, i riti dell’incisione, le capanne, le montagne Sacre del
Pizzo Badile e la Concarena) sono reali
e storici. La “roccia magica”,
spunto della storia, esiste veramente ed il suo disegno è riportato nel libro.
Inoltre l’autore ha costruito la storia attorno ad un fenomeno naturale, legato
al sorgere del sole, che è possibile notare solo nella media Valle
Camonica (“ il giorno dalle due albe”) e
che potrà essere da spunto per ulteriori studi e ricerche.
Il libro è corredato, nella
tasca della copertina di fondo,da tre schede didattiche, di approfondimento di alcuni temi
importanti. (v.link schede)
Obiettivo del testo è anche
quello di far conoscere il patrimonio rupestre della Valle Camonica , ponendosi
così come veicolo turistico, unico nel suo genere, dell’immagine camuna.
Le rocce e incisioni
rupestri di cui parla il libro sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità,
primo bene italiano ad essere inserito nella World Heritage List dell’Unesco, nel 1979; la Valle Camonica è il
sito più grande d’Italia e tra i primi in Europa e nel Mondo, con oltre 300.000
incisioni ad oggi rilevate.
Migliaia di bambini, ragazzi, studiosi e semplici
curiosi si sono fermati su quelle rocce per capire la storia dell’uomo,
testimoniata fin dall’8000 a.C. al
Medioevo. Quante avventure, riti, esperienze di vita sono raccontante sulle
rocce per chi ha voglia di fermarsi a leggerle con gli occhi della fantasia.
“Forse esiste un luogo dove tutto è possibile, dove la
realtà si mescola alla fantasia, il passato al presente. L’importante è
continuare a sognare e penso che questo lo facessero anche i nostri antenati.
Non bisogna mai dimenticare di sognare e credere e
sperare. Le rocce sono un tramite tra
cielo e terra, tra passato e futuro; è bello starle ad ascoltare; è bello
sentirsi inseriti nello scorrere del tempo, del prima e del dopo”.
Simboli
All’inizio di ogni capitolo del libro è riportato
un” simbolo” che si trova inciso sulle rocce della Valle Camonica. Di seguito
vengono specificati dove si possono trovare questi simboli (località e
roccia); naturalmente gli stessi simboli si trovano su molte altre rocce e località dei vari siti
camuni.
Capitolo
|
Simbolo
|
Località
|
Roccia
| |
Cap.1
|
capanna
|
Foppe
Nadro di Ceto (Bs)
|
24
| |
Cap.2
|
rosa svastica
|
Carpene
Sellero (Bs)
|
2
| |
Cap.3
|
guerriero
|
Foppe
Nadro di Ceto (Bs)
|
6
| |
Cap.4
|
mappa
|
Bedolina
Pescarzo Capo di Ponte (Bs)
|
1
| |
Cap.5
|
cervo
|
Luine
Darfo Boario Terme (Bs)
|
34
| |
Cap.6
|
cervo
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
50
| |
Cap.7
|
aratore
|
Pià d’Ort (Bs)
|
39
| |
Cap.8
|
pugnali
|
Cemmo (Bs)
|
2
| |
Cap.9
|
kernunnos
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
70
| |
Cap.10
|
pendaglio
|
Ossimo (Bs)
|
1
| |
Cap.11
|
carro
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
23
| |
Cap.12
|
rosa camuna
|
Dos di Sottolaiolo
Paspardo (Bs)
|
1
| |
Cap.13
|
telaio
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
1
| |
Cap.14
|
idolo farfalla
|
Foppe
Nadro di Ceto (Bs)
|
27
| |
Cap.15
|
orme
|
Foppe
Nadro di Ceto (Bs)
|
6
| |
Cap.16
|
ruota
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
50
| |
Cap.17
|
donne
|
Naquane
Capo di Ponte (Bs)
|
32
|
La “roccia magica”
invece si trova a Zurla nel comune di Ceto.
Primo
capitolo
Alcino
sale sulla roccia e scruta il fondo valle , il fiume, il suo paese ai piedi
della Montagna Sacra.
Il
vento leggero gli accarezza il viso e spettina i capelli. Il sole, alto nel
cielo scalda la pelle. Guarda i tre segni sulla mano e sorride.
”A
presto Giulia, Amica!”
C’era una volta un bel
parco con tanti sassi dentro e tutti andavano proprio a vedere quei sassi;
perché? Perché sopra erano disegnati dei
“pitoti”, dei pupazzi strani e capanne e
cervi e strani segni, che nemmeno i
grandi capiscono. Il parco si
trova a Nadro di Ceto, in una bella
valle chiamata Valle Camonica; ci siete
già stati? Bene, perché allora potete
capire meglio la storia che sto per raccontarvi. Per quelli che invece non sono
andati ascoltate cosa è successo e poi andateci di corsa! Quei segni, chiamati “incisioni rupestri” sono stati
fatti quando non c’erano fogli di carta e biro e matite così gli uomini, per scrivere qualcosa, usavano le
rocce come quaderni. Certo che fatica per scavare quei segni! In ogni modo
torniamo a noi.
Un giorno Giulia, la nostra
protagonista, una bimbetta sveglia e curiosa, si trovò a saltellare non vista
dalle guardie del parco, né dalla guida e dall'insegnante, sopra una
roccia nascosta dai boschi, dove c’era
una strana figura: un cerchio tondo come il mondo e tanti quadrati dentro. Se ci siete già stati sapete che non si può
camminare sulle rocce perché potrebbero rovinarsi. Ma Giulia era proprio stanca
di ascoltare le spiegazioni ed era rimasta un poco indietro rispetto agli altri e,
visto questo disegno strano, aveva deciso di avvicinarsi per vederlo meglio.
“Sembra un bel
gioco" pensa "come i quadrati che io e le mie amiche
disegniamo per strada, e poi ci saltiamo dentro con un piede o due .Quasi che
provo anche qui. Chissà forse era un
gioco dei bambini di tanti anni fa...” Così Giulia, non vista, sale sulla
roccia nascosta dietro un boschetto e inizia a saltellare attorno al cerchio e
poi dentro recitando una filastrocca.
Un vortice di
vento l’ha avvolta e fatta scomparire.
Ha fatto solo
in tempo a gridare un “AAAh…” che si perde lontano.
Gli altri bambini
e la maestra si girano per vedere cosa sta succedendo; tornano indietro, ma
Giulia dov’è? Giuliaaa? Si è nascosta, dove è finita, era lei che gridava?
Agitazione,
scompiglio, tutti cercano la bambina, ma nessuno la trova più!
Schede
Al libro sono allegate tre schede
di approfondimento di temi legati al periodo della Preistoria in cui è
ambientata l’avventura di Giulia e Alcino. In dettaglio le schede sono:
- Ma il metano dov’è? Dove si parla delle capanne , dei villaggi e delle mappe , della vegetazione e delle Montagne sacre ( Pizzo Badile e Concarena).
- Tutti a caccia nei boschi camuni!!! Vengono descritti gli strumenti per cacciare, il rito della caccia, l’agricoltura.
- Sfilata d’alta moda in Valle Camonica! Modalità di lavorazione delle pelli per ottenere i capi di abbigliamento e il telaio.
Le schede sono state realizzate con la consulenza
scientifica del Museo di Nadro.
Stralcio
da una scheda: OETZI: L’UOMO
DEI GHIACCIAI
Un esempio di
come erano vestiti gli uomini preistorici di 5 -6.00 anni fa (l’epoca di
Alcino), ci è dato da Oetzi, l’uomo vissuto appunto in quel periodo e ritrovato
nel 1991 sul ghiacciaio di Similaun, sulle Alpi Centrali Italiane. Il suo corpo
si è conservato e si è potuto studiare i suoi vestiti .
- Gambali – fatti di pelle di capra; formano una specie di calzamaglia che copre tutta gamba, dalla coscia alla caviglia. Hanno un stringa per legarli alla cintura e una per fermarli alle scarpe.
- Scarpe – fatte con pelle di cervo impermeabile; venivano imbottite con fieno per tenere caldi i piedi.
- Tunica – lunga fino al ginocchio e generalmente senza maniche; fatta come una pelliccia, con strisce di pelli di capra cucite insieme in modo da formare righe chiare e scure alternate.
- Cintura – in pelle di vitello; comprende un borsello dove veniva conservata la cosa più preziosa : un fungo ( che cresce sui tronchi di betulla) per accendere il fuoco * e una pietra di selce (da cui ricavare le schegge per i vari usi).
- Berretto – di pelliccia d’orso, con delle cinghiette per il sottogola
- Mantello – lungo fino al ginocchio; fatto di fibre vegetali intrecciate e completamente impermeabile.
* Come
accendevano il fuoco? Riducevano il fungo seccato (infiammabile) a polvere e la mettevano su della paglia e
piccoli legni; poi con una pietra di selce ed una pietra focaia, sfregandole con un colpo forte, ottenevano una
scintilla che cadeva sulla polvere del fungo che si infiammava e dava origine
alla fiamma.
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