LA ROCCIA MAGICA E IL GIARDINO DEGLI DEI









Illustrazioni a colori, copertina cartonata
48 pagine 
2006



CONTIENE
  • Un avvincente racconto sulle rocce della Valle Camonica preistorica alla scoperta di antichi riti e del misteriorso Giardino degli Dèi, ossia il Parco Archeologico di Asinino-Anvoia ad Ossimo. 
  • Illustrazione dei personaggi principali e delle incisioni delle stele più famose della Valle Camonica! 
  • Le fotografie del Pizzo Badile e della Concarena, le due montagne “sacre” per i preistorici! 
  • La cartina della Valle Camonica colorata e disegnata in modo divertente, con tutti i siti delle incisioni rupestri, ma anche dei castelli, siti romani, paesi, fiumi e laghi! 
  • L’elenco completo dei Parchi delle incisioni rupestri della Valle e di tutte le realtà che operano nella ricerca e didattica sul territorio, con numeri di telefono e siti internet! 
  • Una scheda sul parco di Anvoia ad Ossimo, sede del Giardino degli Dèi!
  • E ancora: curiosità sulle incisioni rupestri e la lettera inedita dell’autore a tutti i bambini che amano ancora la fantasia, la storia, la curiostià!! 
RIASSUNTO
Giulia, una bambina di Brescia, ricorda le avventure fatte con Alcino nella Preistoria grazie ad un viaggio nel tempo fatto per mezzo di una roccia magica (incisa) in Valle Camonica (primo libro “La roccia magica e le Avventure di Alcino e Giulia”). Con l’aiuto della zia si reca sulla stessa roccia con l’amica Nelly e riesce a tornare nella Preistoria dove ritrova i “vecchi” amici. Sono i giorni della Festa del Sole e Alcino è impegnato nel rito di iniziazione, ma durante la caccia un guerriero resta ucciso ed il padre del bambino viene gravemente ferito. Solo un faticoso viaggio al Giardino degli Dèi (a Ossimo-Borno) potrà salvare la vita al ferito. Alcino, Giulia e i guerrieri del villaggio guidati da Booz, l’uomo sciamano, attraversano la Valle Camonica per arrivare all’alba nella zona sacra: uno spiazzo dove sono allineate le stele incise, rivolte verso est. Qui incontrano Nerès, la sacerdotessa; affiancata da Booz e da altri sciamani, compie una danza propiziatoria per chiedere agli Dèi la guarigione del guerriero. Intanto è tempo per Alcino di completare il rito di iniziazione per diventare “adulto”.

ALLEGATI
  •  La cartina della Valle Camonica con segnalazione dei siti rupestri, Parchi, centri di ricerca e didattica 
  •  Scheda sul Parco di Anvoia 
  •  Illustrazioni delle stele, dei simboli incisi e relativo elenco esplicativo 
LETTERA AI BAMBINI
Cari bambini, ho deciso di scrivervi una lettera per dirvi alcune cose importanti.
Di solito all’inizio di un libro c’è sempre una premessa o prefazione dell’editore o di personalità più o meno importanti. Io ho deciso invece di scrivervi questa lettera per rispondere a delle vostre domande e fare insieme delle riflessoni, perché il libro è dedicato a tutti voi, è vostro, ed esiste grazie al vostro entusiasmo. Molti di voi infatti hanno letto il primo libro della collana “Valle Camonica: il racconto delle rocce”, che si intitola La Roccia Magica e le Avventure di Alcino e Giulia, e ne sono stati entusiasti. Lo avete letto a scuola o a casa, avete preparato anche dei bei disegni o cartelloni (alcuni li conservo ancora) e siete andati nei Parchi a vedere le rocce incise. Venendo nelle scuole a presentare il libro mi avete detto che vi è piaciuto molto ed anche le vostre insegnanti lo hanno utilizzato per spiegarvi la Preistoria e farvi capire cosa sono le incisioni rupestri e cosa significano.
Adesso sapete che la Valle Camonica, in provincia di Brescia, è il “Patrimonio mondiale dell’umanità” per le sue incisioni rupestri, cioè è importantissima perché le sue rocce sono come un libro che racconta la vita degli uomini di migliaia di anni fa.
E questo era il mio scopo: farvi conoscere, anche con un pizzico di fantasia e dei personaggi simpatici, una realtà storica importante, cioè come vivevano veramente i nostri antenati prima di noi, in quell’epoca definita Preistoria (circa 5000 anni fa). Il vostro entusiasmo dunque e le vostre curiosità su Alcino e Giulia, su Booz e Monty ed il loro mondo, mi hanno spinto a continuare le avventure dei personaggi con alcune belle novità.
Questa volta luogo centrale del racconto sarà un Giardino speciale, il Giardino degli Dèi, che si trova sull’Altopiano del Sole, nel comune di Ossimo, all’interno del Parco di Asinino Anvoia. Dalla roccia magica di Zurla (Nadro di Ceto) e dal villaggio di Alcino (Doii, oggi Ono S. Pietro) i personaggi vi guideranno alla scoperta delle stele, massi di pietra incisi e posizionati dagli uomini per dei “riti” e con dei significati importanti.
Potrete conoscere anche Nères, una “sacerdotessa” che custodisce il Giardino degli Dèi, ma anche Biri-Gu, il fratellino dispettoso di Alcino; imparerete cos’è il “rito di iniziazione” che si faceva allora per segnare il passaggio dei bambini dall’infanzia all’inizio dell’età adulta. Parlo anche della morte di un guerriero e del ferimento di un altro. Oggi avvengono tanti incidenti sulla strada con le macchine, oppure con i treni, gli aerei; ma anche sul posto del lavoro o in casa. Anche una volta avvenivano incidenti mortali o gravi, anche se in situazioni diverse come poteva essere la caccia. Ma quello che è uguale, allora come oggi, è la realtà della vita: la nascita, la malattia, il dolore, la morte.
La vita è un mistero, e così anche la morte che può portarci via persone care, il papà, la mamma, i nonni.
Fin dalla Preistoria, fin da quando esiste, l’uomo ha sempre creduto e sperato in una vita oltre la morte e per questo in molte civiltà ed epoche nelle tombe venivano messi cibo o oggetti che potevano servire per il viaggio oltre la vita terrena.
La barchetta con inciso il nome della persona per gli uomini preistorici serviva a questo, accompagnare lo spirito del morto nella nuova vita.
E’ un argomento difficile lo so. Ma voglio solo dirvi che alla fine, il bene è più forte del male; che la vita è meravigliosa e dovete viverla bene, in ogni momento; che la cosa più bella, quando si è bambini, è credere nei sogni, nella fantasia e nella creatività.
Continuate a sognare, a credere nell’impossibile, ad essere certi che succederanno tante cose belle nella vostra vita!
Sono contenta che alcuni abbiano utilizzato il racconto per drammatizzazioni di fine anno scolastico e forse presto ci sarà anche una sorpresa per tutti voi, ma per ora è un segreto.
Spero che anche Nères vi piaccia come tutti gli altri personaggi e, chissà, forse il prossimo anno, ci saranno altre avventure.
Un’altra cosa è importante: imparate a conoscere il passato; dei vostri genitori, dei vostri nonni e bisnonni e così via. Imparate a conoscere questo mondo misterioso e meraviglioso in cui viviamo partendo proprio dalle nostre “radici” di pietra, perché solo con un passato solido (ed è proprio il nostro caso) potrete avere un futuro sereno.
Ora vi saluto e spero di incontrarvi presto.
Ciao,
Serenella


CAPITOLO I
Dove Giulia si ricorda del viaggio fatto nella Preistoria, grazie alla Roccia Magica di Zurla, e degli amici che ha conosciuto, in particolare Alcino.


Giulia è a casa, seduta al tavolo della cucina; cerca di concentrarsi sulla lettura del libro consigliato per le vacanze ma non ci riesce; continua ad osservare fuori della finestra il cielo cupo che s’ingrigisce sempre più: goccioloni di pioggia iniziano a battere sui vetri e velocemente quella poca acqua si trasforma in un temporale estivo.
Al rientro dalla gita in Valle Camonica, fatta con la maestra per conoscere le incisioni rupestri, ha dovuto subito riprendere il ritmo della scuola, i compiti, le festine con gli amici. E i giorni sono passati veloci con un ricordo che diventava sempre più sbiadito di una strana avventura, di un villaggio senza case e automobili, di un sole splendido su rocce scolpite, e soprattutto di strani incontri. All’inizio dell’estate poi è andata con i genitori al mare ed ha conosciuto nuovi amici e amiche che vorrebbe rivedere; la pelle abbronzata ricorda ancora la spiaggia assolata, i tuffi, l’odore forte di salsedine. Eppure oggi non riesce a concentrarsi sulla lettura; questo temporale improvviso le ricorda un altro temporale, della primavera appena trascorsa, di alcuni mesi prima che ora sembrano pochi giorni.
Adesso si ricorda benissimo della Roccia Magica a Zurla di Ceto, in Valle Camonica, con inciso uno strano mondo-mappa, che l’ha trasportata nel mondo della Preistoria; si ricorda di Doii – che ora si chiama Ono San Pietro -, il villaggio di capanne ai piedi della Concarena e di fronte al Pizzo Badile, le due Montagne Sacre; ma soprattutto si ricorda di Alcino, il suo amico camuno incontrato sulla roccia, con i capelli neri arruffati e sempre un po’ sporco, ma molto simpatico e buono; di Booz lo sciamano senza barba che usa la polvere delle stelle per far realizzare i sogni ma anche le erbe dei boschi per guarire le malattie; e di Manty, il grosso e docile amico alce.
Una forte nostalgia inizia a crescerle dentro mentre fuori il temporale impazza, le nubi si strappano come lembi verso la città, e la pioggia continua incessante a picchiettare sui vetri della cucina.
“Era la Festa del Sole e d’improvviso era scoppiato un temporale come questo – pensa tra se Giulia - io e Alcino eravamo riparati sotto le fronde della sua capanna; le donne recuperavano il cibo dai tavoli e gli uomini riparavano il grande fuoco perché non si spegnesse. Come ero preoccupata di non riuscire più a tornare a casa! Poi abbiamo fatto il patto di amicizia: Alcino ha preso una cordicella e l’ha legata attorno ai nostri polsi ed ha fatto dei punti rossi sul palmo della mano con un bastoncino; “Ora siamo amici per sempre” aveva detto. Amici per sempre…”.
Giulia si sente in colpa per essersi dimenticata di quella promessa. Aveva parlato della sua straordinaria avventura solo a Nelly, la sua amica, ma poi anche Nelly si era stancata e così Giulia aveva capito che era meglio non parlarne più a nessuno, tanto non le avrebbero creduto.
“Oh Alcino, come sarebbe bello rivederti. Chissà come stai, se ti ricordi ancora di me…”.
Giulia sospira mentre appiccica il naso ai vetri della finestra e guarda triste la pioggia che scende scrosciando dal cielo.

“E’ una splendida giornata di pioggia, waw! Resterò qui al caldino ancora un poco” e Alcino si rigira sotto la coperta di orso. E’ proprio felice di starsene tranquillo a letto mentre fuori il temporale diventa sempre più chiassoso. L’acqua picchietta sulle fronde della capanna e scivola via sul terreno. La mamma è già in piedi e si sente un buon profumino di orzo tostato che riempie la capanna.
“Ahi! mi hai tirato un calcio nella pancia! Stai attento” dice Alcino a Biri-Gu, il fratellino che dorme insieme a lui. Biri-Gu, cinque anni, chiamato anche Piccolo Scoiattolo per i denti sprgenti e per la velocità con cui scappa a nascondersi quando ha paura, ride birichino, ma un tuono improvviso esplode nel cielo e il bimbo si raggomitola più vicino ad Alcino.
“Non avere paura, il temporale è buono, vedrai come risplenderà l’erba e il raccolto sarà più abbondante. E poi – schiaccia l’occhio ammiccando – non dovremo uscire a raccogliere legna o pulire le pelli!”. Biri-Gu si riaddormenta sereno appiccicato alla schiena di Alcino, mentre lui osserva dallo spiraglio aperto della finestra quel cielo carico di pioggia.
“Giulia chissà se anche a te piace il temporale…” sospira e piano si riaddormenta.






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